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Sport di combattimento, controllo del peso e DCA
In Italia gli sport di combattimento (a corpo libero) sono rappresentati nel CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) da alcune federazioni (FIJLKAM, FPI e FITA) e da alcune discipline associate (FEDERKOMBAT e FIWuK); peculiarità nota a tutti degli sport di combattimento sono le categorie di peso, differenti per genere e per ciascuna disciplina. Proprio a causa di questa caratteristica, il controllo del peso, che è un fattore monitorato nella maggior parte degli sport, diventa una pratica ancora più fondamentale per queste discipline.
Per rientrare nella categoria di peso prefissata, spesso si eseguono cali di peso drastici, senza la supervisione di figure professionali specializzate in alimentazione e nutrizione. Si adottano diete fai-da-te, caratterizzate dalla riduzione o dall’eliminazione di interi macronutrienti; si eseguono cicli di disidratazione, riducendo al minimo l’assunzione di liquidi e provvedendo a una eccessiva sudorazione; si assumono lassativi e diuretici per forzare l’evacuazione fisiologica, senza controllo medico.
Premettendo che queste scorciatoie vengono proposte e adottate a e da atleti di qualsiasi livello ed età, risulta abbastanza chiaro che ci siano delle categorie più sensibili e a rischio. In particolare, il periodo dello sviluppo e dell’adolescenza sono due periodi molto critici. Il corpo è in costante evoluzione e si cresce, in altezza e nel peso. In questo periodo di cambiamenti anche il metabolismo basale e la regolazione ormonale subiscono delle modifiche, diverse per ciascun individuo; per le ragazze, inoltre, si aggiunge il ciclo mestruale – fattore da non sottovalutare, considerando che, per esempio, in fase ovulatoria il progesterone porta a bruciare un 10-15% in più di calorie, mentre l’aumentata ritenzione idrica comporta un aumento del peso ponderale di 1-2 kg.
Risulta evidente che, senza una buona pianificazione nutrizionale e atletica, mantenere la propria categoria di peso (non idonea) può diventare un’impresa ostinata e controproducente, incorrendo nella tentazione dei cali peso.
Le conseguenze di questi cali peso drastici e delle diete restrittive non controllate sono molteplici, sia fisiche, sia psicologiche, con ricadute rilevanti sullo stato di salute degli atleti:
- aumento di infortuni causati dalla debolezza fisica, in quanto il corpo risulta deperito, con poche energie;
- alterazioni della regolazione della temperatura corporea;
- blocco renale;
- mancato controllo della contrazione muscolare;
- per le ragazze, amenorrea (sospensione del ciclo mestruale);
- maggiore irritabilità e stanchezza;
- insorgenza di Disturbi della Condotta Alimentare (DCA).
In accordo con il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, si identificano come Disturbi della Condotta Alimentare quei disturbi caratterizzati da un rapporto con il cibo patologico, da una preoccupazione eccessiva per il peso corporeo e per la forma fisica, sui quali principalmente si basa la stima di Sé. Comprendono Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN), Binge Eating Disorder, PICA, Disturbo da Ruminazione, Disturbo Evitante/Restrittivo dell’assunzione di cibo, Disturbo da Alimentazione Incontrollata, Disturbo della Nutrizione o dell’Alimentazione con Specificazione e, infine, Disturbo della Nutrizione o dell’Alimentazione Senza Specificazione. L’età d’esordio attualmente corrisponde ai 15 anni, anche se è sempre più precoce; oltre all’incidenza (in Italia 8/100.000 nuovi casi di AN tra le femmine, 0.02-1.4/100.000 tra i maschi e 12/100.000 nuovi casi di BN tra le femmine, 0.8/100.000 tra i maschi), anche la prevalenza lifetime è maggiore per le femmine.
Negli sport di combattimento, i DCA maggiormente diffusi sono il Binge Eating Disorder per gli uomini, mentre per le donne si parla maggiormente di Bulimia Nervosa, Anoressia Nervosa e Binge Eating Disorder. Come si evince, anche in ambito sportivo come nella vita di tutti i giorni questi disturbi colpiscono maggiormente le categorie femminili.
Questa tematica è molto attuale e importante, anche per gli psicologi dello sport. Oltre agli ovvi ed evidenti motivi di salute già elencati, è importante correggere questa mentalità basata sulla diet culture perché è fortemente controproducente anche in termini di performance. Infatti, per gli sportivi, il corpo è uno strumento, un tempio, va curato e nutrito affinché possa essere funzionante e con il giusto apporto energetico.
Non si deve credere, però, che queste tecniche di calo peso e il rischio di sviluppare DCA siano ad appannaggio esclusivo degli sport di combattimento. Ci sono altri sport dove il peso e l’estetica del corpo sono ugualmente importanti e centrali nel processo di allenamento (e.g.: il canottaggio con le categorie di peso, la danza classica, la ginnastica artistica o ritmica, …).
Quindi, come prevenire l’insorgenza di questi disturbi?
- Osserviamo. Osserviamo i nostri figli. Osserviamo i nostri atleti. Osserviamo i nostri compagni. Non ignoriamo il problema. Non fermiamoci a ciò che sembra, guardiamo oltre. Ascoltiamo attivamente le loro parole e impariamo ad ascoltare i loro silenzi, spesso molto più eloquenti.
- (Psico)educhiamo. La (psico)educazione ad atleti, allenatori e genitori su questo tema può essere molto ampia: educhiamo a una corretta nutrizione e alimentazione, educhiamo a un sano rapporto con la bilancia (imparando a leggerla, oltre al numero), educhiamo alla funzionalità del nostro corpo, educhiamo ai campanelli d’allarme da osservare prima che si manifesti qualche DCA. Educhiamo anche ai cambiamenti fisiologici: i ragazzi e le ragazze in crescita non dovrebbero seguire diete restrittive particolari, la categoria di peso dovrebbe adattarsi allo sviluppo fisiologico, non il contrario. Quindi domandiamoci: è giusto, da un punto di vista etico, consigliare e incentivare cali peso drastici pur di entrare in categorie non conformi?
- Comunichiamo. Prestiamo attenzione alla terminologia utilizzata quando ci riferiamo alla sfera del corpo, specificando sempre che i commenti sul fisico sono volti alla prestazione e alla funzionalità, non all’estetica.
- Condividiamo. Come tecnici, coinvolgiamo gli atleti e (quando possibile) gli specialisti sanitari del settore nella scelta della categoria di peso, rispettando i fisiologici periodi di crescita e prevenendo le difficoltà psicologiche che potrebbero insorgere con la scelta di una categoria poco adatta. Collaboriamo con i professionisti della nutrizione e dell’alimentazione per mantenere quanto più possibile il peso corretto, per evitare un altalenante aumento-calo peso. A tutti i livelli si dovrebbero sfavorire le scelte di categoria che obbligano ai cali peso; sempre prediligere e consigliare la categoria di peso più fisiologicamente e tecnicamente adatta, attuare strategie di calo peso solo se necessarie e, possibilmente, concordate con lo specialista.
- Apprezziamo. Vogliamo bene al nostro corpo, lo strumento che ci permette di ottenere risultati. Evitiamo il confronto con gli standard imposti dalla società (e.g.: il fisico di una judoka sarà funzionale alla sua disciplina, pertanto diverso dal fisico di una modella-influencer di fitness che si allena solo per rappresentare il fisico fit considerato perfetto), evitiamo anche il confronto con i nostri coetanei (e.g.: il fisico di un giocatore di pallavolo sarà diverso dal fisico di un velocista).
- Informiamo. Nei momenti cruciali (e.g.: da pre-agonismo ad agonismo), informiamo dei costi e benefici che fare la propria disciplina a livello agonistico comporta. Non tutti sono adatti e predisposti a eseguire cali peso o modifiche (a livello strutturale e muscolare) al proprio corpo.
Questo articolo non vuole demonizzare in alcun modo nessuno sport; nello sport in generale è implicito che il corpo – in quanto strumento performante – vada curato e monitorato, prestando attenzione, anche, all’alimentazione e, di conseguenza, al peso. Né tantomeno si vuole creare allarmismo dicendo che tutti gli atleti coinvolti svilupperanno un qualche disturbo. Questo articolo vuole suggerire, però, una riflessione generale sulle modalità di discussione dell’argomento “peso e forma fisica”, che fungono da trigger per l’insorgenza dei Disturbi della Condotta Alimentare, largamente adottate nelle palestre.
A cura della Dott.ssa Barbara Bruni Cerchier
Dott. Alessandro Bargnani | CEO Cisspat Lab
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