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RITIRO DALLO SPORT IN ATLETI PROFESSIONISTI: AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO
Il ritiro dallo sport di alto livello da parte di un’atleta professionista è inevitabile, prima o poi arriva. Per un motivo o per un altro, ogni atleta dovrà affrontare il momento in cui si ritirerà e dovrà aprire un nuovo capitolo della sua vita dove tutto è diverso, a partire dalla routine quotidiana, della gestione del tempo, fino ad arrivare alle sfide e obiettivi futuri. Le motivazioni che stanno alla base del ritiro sono importanti e possono portare a conseguenze, sia positive che negative, sulla vita dell’atleta. Ancora più importante è l’aspetto della transizione da un mondo ad un altro e risulta fondamentale per quanto riguarda il benessere psicologico dell’atleta.
Tra le cause principali di ritiro vi sono l’invecchiamento, poiché l’atleta stesso si rende conto di essere arrivato ad un punto in cui la sua forma fisica è cambiata e di conseguenza anche il livello di prestazione è diminuito. Anche i cambiamenti delle priorità personali rappresentano una ragione di ritiro dallo sport, infatti in questo caso l’individuo sente il desiderio di concentrarsi su altri aspetti della vita che ritiene più importante o semplicemente più soddisfacenti.
Vi sono alcune ragioni di ritiro che hanno con molta probabilità, invece, conseguenze negative sulla salute mentale dell’atleta. Tra queste vi è il burn-out, condizione in cui l’atleta sperimenta un esaurimento fisico e mentale che influisce sulla performance; in questo stato l’atleta percepisce una pressione troppo grande e difficile da gestire in cui, a volta, la via di fuga da questa situazione è proprio il ritiro dalla competizione e dallo sport. Inoltre, vi è anche l’infortunio che rappresenta una delle cause principali di ritiro, specialmente negli sport di contatto. Lesioni gravi, come rottura dei legamenti o fratture ossee, richiedono tempi più lunghi di riabilitazione e compromettono alcune capacità fisiche anche dopo il completo recupero, e comportano anche lesioni croniche e ricorrenti; in tal caso, spesso gli atleti, specialmente quelli con più anni di carriera, prendono la difficile decisione di ritirarsi per preservare la propria salute.
Le conseguenze negative che può portare il ritiro dallo sport:
- perdita di identità
- difficoltà a trovare nuovi scopi e obiettivi
- isolamento sociale
- ansia e depressione
- bassa autostima ed autoefficacia
Gli atleti spesso definiscono il sé e la loro identità all’interno del contesto sportivo di cui fanno parte; le loro idee, i loro obiettivi e la consapevolezza di sé, si riflettono rispetto al rapporto che hanno con lo sport e con le persone con cui si confrontano tutti i giorni, con i loro allenatori, dirigenti o compagni di squadra. In tal senso, quando arriva il momento del ritiro, tutto il mondo che è stato creato cambia repentinamente, da un momento all’altro, e la difficoltà nel ritrovare sé stessi nella vita di tutti i giorni può portare ad un disorientamento emotivo. Risulta difficile ritrovare i propri punti di riferimento, con difficoltà nel trovare nuovi scopi ed obiettivi da portare avanti. Spesso questo si associa ad ansia per il futuro e depressione con un conseguente calo dell’autostima e dell’autoefficacia.
Le strategie di adattamento utilizzate dagli atleti per affrontare tali sfide includono approcci che mirano a promuovere il benessere emotivo e la resilienza. Tra queste vi sono:
- ricerca di supporto sociale: durante il processo di adattamento in seguito al ritiro, avere un sostegno emotivo da parte di familiari, amici e, soprattutto, ex compagni di squadra che hanno attraversato la stessa situazione può fornire all’atleta un grande supporto emotivo;
- sviluppo di nuove passioni e interessi: dedicare tempo ed energie nello sviluppo di nuovi interessi e passioni al di fuori dello sport può aiutare a trovare nuovi scopi ed obiettivi per mantenere integra la propria identità;
- pianificazione per il futuro: sviluppare nuove passioni ed interessi aiuta l’atleta anche a pianificare il futuro, esplorando eventuali opportunità di carriera o ricercare corsi di formazione o di istruzione supplementare, riducendo così l’ansia.
Le strategie di adattamento degli atleti per affrontare queste sfide sono fondamentali per promuovere il benessere emotivo e la resilienza. La ricerca di supporto sociale, lo sviluppo di nuove passioni e interessi, e la pianificazione per il futuro sono solo alcune delle strategie utilizzate dagli atleti per mantenere un senso di identità e affrontare la transizione post-sportiva. In questo processo, il ruolo dello psicologo diventa cruciale, offrendo consulenza, supporto e risorse specifiche per aiutare gli atleti nel processo di riadattamento e nella ricerca di una nuova identità al di fuori dello sport. Attraverso il linguaggio e le narrazioni, gli atleti riescono a reinterpretare e ridefinire il loro concetto di identità, affrontando le sfide e i cambiamenti che accompagnano questa fase di transizione nella loro vita.
A cura della dottor Tuzi Alessandro
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
Bibliografia:
- Career transitions and identity: a discursive psychological approach to exploring athlete identity in retirement and the transition back into elite sport (Routledge)
- Athletes’ Career Transition Out of Sport: A Systematic Review (Routledge)
- The Life Transitions of High-Performance Athletes: Retirement from Sport, Mazin R. Hatamleh, PhD