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PSICOLOGIA DELLO SPORT: CHI VINCE TRA MENTE E CORPO?
- 22 gennaio 2024
- Posted by: Annayoga
- Categoria: Articoli
La psicologia dello sport è un campo di studio che si occupa dell’analisi e dell’ottimizzazione delle prestazioni degli atleti attraverso l’analisi dei processi mentali e delle strategie cognitive. In particolare, si concentra sull’importanza dell’equilibrio tra mente e corpo nell’ottenimento di risultati di successo nello sport.
L’argomento in questione pone l’accento sull’importanza di entrambi gli aspetti nella prestazione sportiva. Spesso si tende a dare maggiore importanza alla preparazione fisica e alle abilità tecniche, trascurando l’aspetto psicologico. Tuttavia, numerosi studi dimostrano che la mente svolge un ruolo fondamentale nel determinare il successo o il fallimento di un atleta.
Il Modello Iceberg delle Soft Skills e Hard Skills, sviluppato da McClelland nel 1973, offre una prospettiva interessante per comprendere l’importanza delle competenze psicologiche nello sport. Secondo questo modello, le “hard skills” rappresentano le competenze tecniche e fisiche, mentre le “soft skills” includono le competenze cognitive, emotive e sociali. Entrambe le categorie sono fondamentali per il successo nello sport, ma spesso le soft skills vengono trascurate. Il modello successivamente elaborato da Spencer e Spencer (1993) mette in evidenza tre aspetti fondamentali delle soft skills (tre fattori in ordine decrescente di profondità)
- Le motivazioni, i tratti della personalità, l’immagine di sé (quello che ad oggi si definisce “ambito non cognitivo”)
- Le conoscenze
- Le abilità pratiche
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplicemente l’assenza di malattia. Questa definizione sottolinea l’importanza di un equilibrio tra mente e corpo per raggiungere uno stato di salute ottimale. Nello sport, questo equilibrio diventa ancora più cruciale, poiché gli atleti devono affrontare sfide fisiche e psicologiche per riuscire a raggiungere la loro peak performance.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce le life skills come “… Le Life Skills sono le competenze che portano a comportamenti positivi e di adattamento che rendono l’individuo capace (enable) di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni. Descritte in questo modo, le competenze che possono rientrare tra le Life Skills sono innumerevoli e la natura e la definizione delle Life Skills si possono differenziare in base alla cultura e al contesto. In ogni caso, analizzando il campo di studio delle Life Skills emerge l’esistenza di un nucleo fondamentale di abilità che sono alla base delle iniziative di promozione della salute e benessere..”.
Il nucleo fondamentale delle Life Skills identificato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è costituito da 10 competenze: consapevolezza di se’, gestione delle emozioni, gestione dello stress, comunicazione efficace, relazioni efficaci, empatia, pensiero creativo, prendere decisioni e risolvere problemi.
L’OMS considera le life skills come un elemento chiave per la promozione della salute e il miglioramento della qualità della vita. Questo vale lo stesso per i nostri atleti che devono raggiungere i loro obiettivi. Non si può negare che mantenere una buona salute fisica sia fondamentale per poter allenarsi e competere al massimo livello. Ciò include una buona alimentazione, un adeguato riposo e un allenamento strutturato. Senza una salute fisica gli atleti potrebbero essere più suscettibili anche a malattie e infortuni. La salute mentale è altrettanto importante e spesso viene messa in secondo piano o screditata in merito di importanza. Gli atleti performano soprattutto con la testa, devono affrontare una serie di sfide come la pressione della competizione e alti livelli di stress. Quindi mantenere una buona salute mentale attraverso tecniche di meditazione e respirazione, consulenze psicologiche e tecniche di gestione dello stress possono contribuire nel mantenere la concentrazione, la motivazione e la resilienza necessaria per raggiungere i loro obiettivi.
In cosa consistono le soft skills? Le soft skills sono abilità non tecniche che riguardano la gestione delle emozioni, la comunicazione efficace, la risoluzione dei problemi, la collaborazione e altre competenze sociali. Queste competenze sono fondamentali per il successo personale e professionale, poiché influenzano la capacità di adattarsi ai cambiamenti, di relazionarsi con gli altri (allenatori, compagni di squadra, dirigenti, medici..) e di affrontare le sfide della vita quotidiana.
Ecco alcune definizioni e spiegazioni delle soft skills:
- Competenze cognitive: Queste competenze riguardano la capacità di pensare in modo critico, di risolvere i problemi, di prendere decisioni e di apprendere in modo continuo. Le competenze cognitive includono la flessibilità mentale, la creatività, la pianificazione e l’organizzazione.
- Competenze emotive: Queste competenze riguardano la consapevolezza e la gestione delle emozioni. Le competenze emotive includono l’intelligenza emotiva, la capacità di gestire lo stress, di sviluppare l’autostima e di mantenere una mentalità positiva.
- Competenze sociali: Queste competenze riguardano la capacità di comunicare in modo efficace, di lavorare in team, di negoziare, di risolvere i conflitti e di collaborare con gli altri. Le competenze sociali includono l’empatia, la capacità di ascolto attivo e la capacità di costruire relazioni positive.
Le soft skills sono considerate importanti perché influenzano la capacità di adattarsi ai cambiamenti, di gestire lo stress, di comunicare in modo efficace e di lavorare bene con gli altri. Queste competenze sono trasversali ed essenziali per il successo in molte aree della vita, tra cui il lavoro, le relazioni personali e la salute mentale e fisica.
L’OMS sottolinea che lo sviluppo delle soft skills dovrebbe essere incoraggiato fin dalla prima infanzia e continuare durante tutta la vita. Le competenze cognitive, emotive e sociali possono essere apprese e sviluppate attraverso l’educazione, l’esperienza pratica e l’interazione con gli altri. Aiuterebbero atleti e non a capire l’importanza della salute mentale e a sviluppare queste loro capacità sin da giovani.
Per comprendere meglio l’importanza della mente e delle soft skills nella psicologia dello sport, prendiamo ad esempio il tennis. Nel tennis, oltre alle abilità tecniche come il colpo di diritto e il rovescio, è fondamentale avere una mentalità vincente. Gli atleti devono essere in grado di gestire lo stress, mantenere la concentrazione e prendere decisioni rapide durante il gioco. Devono essere anche abili nel non farsi distrarre dall’avversario e astuti nel escogitare mosse sempre imprevedibili. La capacità di visualizzare il successo e di mantenere una mentalità positiva può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta. Basta osservare la campionessa Serena Williams che ha sempre mantenuto una mentalità positiva e una grande fiducia nelle sue capacità o Roger Federer con la sua capacità di rimanere calmo e concentrato anche nei momenti di pressione maggiore.
Tornando al nostro modello Iceberg, sempre nel tennis, le hard skills si riferiscono alle competenze tecniche e fisiche necessarie per giocare il gioco. Ecco un esempio di hard skills nel tennis:
- Tecnica di colpo: Questa è una competenza tecnica che riguarda la corretta esecuzione dei vari colpi nel tennis, come il diritto, il rovescio, il servizio e il volee. Le hard skills includono la capacità di eseguire correttamente i movimenti del corpo, la posizione del piede, l’uso della racchetta e la coordinazione occhio-mano.
D’altra parte, le soft skills nel tennis si riferiscono alla:
- Concentrazione: La capacità di mantenere la concentrazione durante un match è una soft skill importante nel tennis. Gli atleti devono essere in grado di bloccare le distrazioni esterne e rimanere focalizzati sul gioco. La concentrazione consente agli atleti di prendere decisioni rapide e di eseguire i colpi con precisione.
- Gestione dello stress: Il tennis può essere un gioco molto stressante, specialmente durante le competizioni. Gli atleti devono essere in grado di gestire lo stress e la pressione che possono influire sulle loro prestazioni. La capacità di mantenere la calma e di affrontare le situazioni di stress in modo efficace è una soft skill importante nel tennis se non fondamentale.
- Resilienza: Nel tennis, gli atleti devono affrontare sconfitte, errori e momenti difficili durante un match. La resilienza è la capacità di riprendersi da queste situazioni e di continuare a lottare. Gli atleti devono essere in grado di affrontare le avversità e di mantenere una mentalità positiva nonostante le difficoltà.
Vi riportiamo un esempio di un giocatore di tennis che ha dimostrato come l’aspetto mentale possa superare le abilità fisiche. Goran Ivanisevic, un tennista croato, è noto per la sua potenza di servizio ma anche per le sue difficoltà fisiche, come problemi al ginocchio e al polso.
Nonostante queste sfide fisiche, Ivanisevic ha dimostrato una mentalità vincente durante il torneo di Wimbledon del 2001. Era un giocatore wild card, non considerato uno dei favoriti per la vittoria. Tuttavia, grazie alla sua determinazione e alla sua forza mentale, è riuscito a superare avversari di alto livello e a raggiungere la finale.
Nella finale, Ivanisevic ha affrontato Patrick Rafter, un tennista australiano che era già stato finalista a Wimbledon per tre anni consecutivi. Nonostante le difficoltà fisiche e la pressione del momento, Ivanisevic è riuscito a rimanere concentrato e a giocare al suo meglio. Ha vinto la partita in cinque set, diventando il primo wild card nella storia a vincere il torneo di Wimbledon.
Questo esempio dimostra come la forza mentale e la determinazione possano superare le sfide fisiche e portare al successo. Nonostante le scarse abilità fisiche, Ivanisevic è riuscito a vincere uno dei tornei più prestigiosi del tennis grazie alla sua mentalità vincente.
Uno studio invece condotto da Gould e Weiss nel 1981 ha dimostrato che gli atleti di tennis che utilizzano strategie mentali come la visualizzazione e il self-talk hanno prestazioni migliori rispetto a quelli che si concentrano solo sulle abilità tecniche. Questo dimostra l’importanza di allenare la mente insieme al corpo per ottenere risultati di successo nello sport.
Inoltre, la psicologia dello sport può aiutare gli atleti a gestire la pressione delle competizioni e a superare gli ostacoli mentali che possono influire sulle prestazioni. Ad esempio, un atleta potrebbe avere paura di fallire o di deludere le aspettative degli altri. Attraverso l’allenamento mentale, è possibile sviluppare strategie per affrontare queste paure e mantenere la fiducia in se stessi durante le competizioni.
In conclusione, la psicologia dello sport sottolinea l’importanza di un equilibrio tra mente e corpo per ottenere risultati di successo nello sport. Sono state però evidenziate tesi a maggior favore dell’importanza dell’aspetto mentale. Le competenze psicologiche, come la gestione dello stress, la concentrazione e la visualizzazione, sono fondamentali per migliorare le prestazioni degli atleti. È importante riconoscere l’importanza delle soft skills e dare loro la giusta attenzione durante l’allenamento per poi riuscire ad utilizzarle in gara per raggiungere la propria peak performance. La psicologia dello sport può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta, dimostrando che la mente è un fattore determinante nel raggiungimento del successo sportivo.
“E’ la mente che fa il campione. E’ la mente che rende vincente il corpo.” – Michael Jordan
A cura della Dott.ssa Del Biondi Anna
Dott. Alessandro Bargnani – CEO Health & Human Performance
BIBLIOGRAFIA
- McClelland, D. C. (1973). Testing for competence rather than for “intelligence.” American Psychologist, 28(1), 1–14
- L. Spencer & M. Spencer (1993), “Competenza nel lavoro. Modelli per una performance superiore”, Franco Angeli, Milano
- Daniel Gould & Sarah Carson (2008) Life skills development through sport: current status and future directions, International Review of Sport and Exercise Psychology, 1:1, 58-78
- Vidotto, Giulio, et al. Allenare le soft skill: Teoria e pratica. Marsilio Editori spa, 2021.
- OMS (1980), Inter- national classification of impairments, disabilities and handicaps (ICIDH), World Health Organization, Geneva. Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS (2001), ICF.
- OMS (1997), Life Skills Education for Children and Adolescents in Schools, Programme on Mental Health, World Health Organization, Geneva. Organizzazione Mondiale della Sanità.