NEWS
MODELLO DI SVILUPPO E DI PARTECIPAZIONE ALLO SPORT IN ADOLESCENZA
- 15 aprile 2024
- Posted by: Annayoga
- Categoria: Uncategorized
L’adolescenza è una fase cruciale dello sviluppo umano, caratterizzata da importanti cambiamenti fisici, psicologici e sociali. Durante questo periodo, i giovani sperimentano una rapida crescita fisica, sviluppo cognitivo e maturazione emotiva, mentre affrontano sfide legate all’identità personale, alle relazioni interpersonali e alle responsabilità crescenti. Durante l’adolescenza, lo sport svolge un ruolo fondamentale nel promuovere uno stile di vita attivo, migliorare l’autostima e la fiducia in sé stessi, oltre a favorire il senso di appartenenza a un gruppo e a insegnare importanti valori come la disciplina e il rispetto per gli altri. La partecipazione a programmi sportivi può aiutare i giovani a superare sfide emotive e sociali, fornendo loro un ambiente strutturato e motivante per crescere in modo sano e equilibrato.
Il modello operativo di sviluppo di Bronfenbrenner (1999) fornisce un quadro teorico fondamentale per comprendere i molteplici fattori che influenzano le esperienze e i risultati nello sport giovanile, permettendo di analizzare le attività dei giovani e i contesti in cui si svolgono tali attività:
- a) è cruciale che un ragazzo/a si impegni in attività sportive che soddisfano determinati criteri;
- b) le attività devono svolgersi in modo regolare e continuativo, permettendo così ai giovani di acquisire competenze e abilità in maniera graduale e consistente;
- c) le attività devono estendersi per un periodo sufficientemente lungo da consentire una progressiva complessità e sfida, contribuendo così allo sviluppo di capacità cognitive, motorie e sociali sempre più avanzate;
- d) le attività devono favorire la creazione di relazioni reciproche a lungo termine con allenatori, compagni di squadra e altri partecipanti, promuovendo così un ambiente sociale positivo e supportivo che influenzi il benessere complessivo e la motivazione dell’individuo.
Esaminando la letteratura, Fraser-Thomas, Coté & Dealing (2005) identificano due fattori che contribuiscono in modo significativo a modellare le esperienze e i risultati positivi o negativi nello sport giovanile. Un ambiente sportivo che promuove la motivazione, la cooperazione tra gli atleti, il supporto sociale e la relazione positiva con gli allenatori favorisce un coinvolgimento duraturo e positivo nello sport, contribuendo al benessere psicologico e alla persistenza nell’attività. Per questo motivo è fondamentale strutturare programmi sportivi orientati allo sviluppo globale dell’individuo, che integrano obiettivi di apprendimento, sviluppo delle abilità, partecipazione attiva e valori sportivi positivi, fondamentali a garantire un’esperienza sportiva soddisfacente.
Il Developmental Model of Sport Participation (Cotè, 1999) prende in considerazione la progettazione di programmi sportivi per i giovani, tuttavia, sono ancora pochi gli studi che hanno esaminato gli effetti di tali programmi. Secondo questo modello è importante distinguere tra i programmi che promuovono la specializzazione precoce e quelli che favoriscono la diversificazione precoce, poiché questi approcci hanno impatti differenti sullo sviluppo sportivo giovanile.
La diversificazione precoce si basa sull’offerta di esperienze sportive diversificate, consentendo ai giovani di esplorare una varietà di discipline sportive durante la prima adolescenza. Dall’altro lato, la specializzazione precoce implica un coinvolgimento concentrato in un singolo sport o ruolo, praticato e allenato per lunghi periodi durante l’anno. Questa pratica è diventata sempre più diffusa, spinta dalla crescente partecipazione precoce degli individui agli sport e dalla disponibilità crescente di strutture sportive e programmi dedicati.
Studi condotti su atleti d’élite in diverse discipline sportive hanno identificato tre fasi chiave nello sviluppo sportivo giovanile:
- Anni di Campionamento (età 6-12): Caratterizzati da attività ludiche e orientate alla familiarizzazione con le abilità motorie e gli strumenti specifici dello sport.
- Anni di Specializzazione (età 13-15): Coinvolgimento più concentrato in un’unica disciplina sportiva, con allenamenti mirati e progressivi.
- Anni di Investimento (età 16+): Concentrazione massima su un’unica attività sportiva, con allenamenti focalizzati sull’ottimizzazione delle prestazioni.
Come dovrebbero essere strutturati i programmi sportivi?
Al fine di formare gli atleti di un domani e non rischiare di perdere dei potenziali talenti, è importante che durante i primi anni i ragazzi partecipino a una varietà di sport, sperimentando diverse abilità motorie e acquisendo una base fisica e cognitiva ampia e diversificata. Man mano che gli atleti crescono e si avvicinano alla specializzazione si iniziano a ridurre gradualmente il numero di sport e di ruoli praticati. Questo processo avviene tipicamente durante gli anni di investimento, in cui gli atleti dedicano tempo ed energie per migliorare le proprie abilità tecniche e tattiche nel loro sport; l’importante cambiamento nella struttura degli allenamenti accompagna questa transizione.
Mentre nei primi anni l’approccio è spesso ludico e deliberato, durante la specializzazione l’allenamento diventa più mirato; gli atleti si concentrano su specifici aspetti tecnici, tattici, fisici e mentali del loro sport, con un maggiore coinvolgimento in programmi di allenamento strutturati.
Questo passaggio riflette il bisogno crescente di un approccio di crescita graduale per massimizzare il potenziale degli atleti e prepararli per competizioni di alto livello. Tuttavia, è importante favorire inizialmente la diversificazione nelle prime fasi dello sviluppo, poiché l’esposizione a una varietà di esperienze sportive può favorire lo sviluppo di competenze trasversali, prevenire il burnout e favorire un approccio più equilibrato e sostenibile verso lo sport nel lungo termine.
In merito a ciò, Coté ha enfatizzato gli effetti negativi della specializzazione precoce, suggerendo che se questa avviene in una fase inappropriata dello sviluppo, i benefici ottenuti come il miglioramento delle capacità possono essere superati dagli svantaggi fisici, psicologici e sociali. Tra questi svantaggi figurano il sovrallenamento, le lesioni, la limitazione nello sviluppo di abilità trasferibili, la riduzione del divertimento, l’esaurimento fisico e mentale, la diminuzione dell’autostima, l’aumento dello stress e la paura della competizione.
In conclusione, la specializzazione precoce è associata a più effetti negativi che positivi e comporta un maggiore rischio di abbandono sportivo tra gli atleti che si specializzano precocemente. Al contrario, la diversificazione precoce è vista come un approccio più vantaggioso nel promuovere uno sviluppo positivo e sostenibile nell’ambito sportivo giovanile.
A cura della Dott.ssa Flavia Paoletti
Dott. Alessandro Bargnani | CEO Cisspat Lab
Bibliografia
Côté, J., & Vierimaa, M. (2014). The developmental model of sport participation: 15 years after its first conceptualization. Science & sports, 29, S63-S69.
Bronfenbrenner, U. (1999). Environments in developmental perspective: Theoretical and operational models.
Fraser-Thomas, J. L., Côté, J., & Deakin, J. (2005). Youth sport programs: An avenue to foster positive youth development. Physical education & sport pedagogy, 10(1), 19-40.