NEWS
Bullismo nello sport
Che cos’è il bullismo?
Il bullismo viene definito come una pressione, psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona più potente nei confronti di un’altra persona più debole.
Una relazione tra soggetti che possa prendere questo nome deve soddisfare tre condizioni:
1) Intenzionalità: si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta.
2) Persistenza nel tempo: queste azioni sono reiterate nel tempo.
3) Asimmetria della relazione: sono coinvolti sempre gli stessi soggetti, di cui uno/alcuni sempre in posizione dominante (bulli) ed uno/alcuni più deboli e incapaci di difendersi (vittime).
Come si manifesta il bullismo?
Possiamo individuare tre tipologie di comportamenti che rientrano a pieno titolo nella definizione di bullismo:
1) Il bullismo verbale: provocazioni; minacce; insulti; commenti sessuali inappropriati.
2) Il bullismo sociale: finalizzato a danneggiare la reputazione e le relazioni sociali della vittima con azioni precise come isolare qualcuno di proposito, dire ai bambini di non essere amici della vittima, metterla in imbarazzo, diffamare.
3) Il bullismo fisico: comportamenti maneschi e violenti, ma anche la sottrazione o distruzione di oggetti personali.
A queste tre categorie possiamo aggiungere anche il cyberbullismo che si manifesta attraverso Internet o il telefono cellulare e che rende spesso difficile smascherare il cyberbullo.
In realtà, in ogni storia di bullismo non c’è mai un vincitore e nemmeno un vinto: c’è solo un soggetto debole che se la prende con uno ancora più debole e approfitta dell’incompetenza e dell’analfabetismo emotivo che domina l’ambiente in cui entrambi vivono e si muovono per affermare un potere fittizio.
Bullismo nello sport
Il bullismo è un fenomeno che può verificarsi tanto nella vita scolastica/sociale quanto nello sport. Nell’ambito sportivo lo ritroviamo sia negli sport individuali che in quelli di squadra, tanto negli spogliatoi quanto durante gli allenamenti, le gare o le partite: si prende di mira un compagno e lo si aggredisce con insulti pesanti, in genere riferiti alla sfera sessuale, fino a forme di violenza fisica.
Accanto al bullismo vero e proprio, possono esserci forme meno marcate e più subdole, in cui il ragazzo o la ragazza vengono presi in giro ad esempio per l’altezza, il peso, la provenienza geografica, l’abbigliamento o altri aspetti che vengono fatti percepire come difetti da ridicolizzare.
Per affrontare questo problema è importante lavorare sul gruppo squadra. La coesione del gruppo è l’arma più forte per essere uniti e avere successo. Una buona coesione si forma tenendo conto di quattro fattori principali: ambientali, personali, di leadership e di squadra. L’allenatore deve essere in grado di far esaltare ogni aspetto a seconda dell’individuo e della squadra. Per fare ciò è utile utilizzare esercizi mirati di team building, ne elenchiamo alcuni nella seguente tabella:
“Il talento vince le partite, ma il lavoro di squadra e l’intelligenza vincono i campionati” (Michael Jordan)
Bibliografia:
Beauchamp, M. R., & Eys, M. A. (Eds.). (2014). Group dynamics in exercise and sport psychology. New York, NY: Routledge.
Bisceglia A., (2021). Bullismo nello sport: come affrontarlo. Nostro figlio. https://www.nostrofiglio.it/bambino/bullismo-nello-sport.
Buccoliero, E., & Maggi, M. (2005). Bullismo, bullismi. Le prepotenze in adolescenza.
Capriati F., (2020). Bullismo, cos’è e come si affronta. Nostro figlio. https://www.nostrofiglio.it/bambino/bullismo.
Farrington, D. P. (1993). Understanding and preventing bullying. Crime and justice, 17, 381-458.
A cura del Dott. Alessandro Maraldo.
Dott. Bargnani Alessandro, CEO Psicologi dello Sport Italia