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BIOFEEDBACK E SPORT
“Lo sport ha bisogno di progettazione, innovazione, impegno costante” Pietro Mennea
La consapevolezza di un soggetto in merito all’attività fisiologica del proprio organismo è il punto di partenza teorico delle metodologie di intervento che vengono definite biofeedback.
Questo metodo, al quale la psicologia dello sport si è approcciata sin dai primi anni ’80, si avvale di un sofisticato programma di software che, attraverso appositi sensori, è in grado di captare, registrare ed elaborare i segnali di ritorno (feedback) dei parametri fisiologici implicati nella risposta neurovegetativa allo stress e di mostrare in tempo reale alla persona interessata una manifestazione tangibile della sua reazione fisiologica.
Questa tecnica permette, infatti, di tradurre i processi biologici in segnali esterni (acustici o visivi) che siano proporzionali alla loro intensità e che consentano al soggetto una loro percezione immediata.
I parametri biologici che vengono rilevati sono:
- La frequenza cardiaca e la variabilità di frequenza inter-battito
- La frequenza respiratoria
- La tensione muscolare
- La temperatura periferica
- La conduttanza cutanea.
Queste rilevazioni, ottenute applicando sensori cutanei e fasce toraciche, hanno come finalità il conseguimento da parte dell’atleta di una migliore capacità di autoregolazione degli stati interni che sono coinvolti nell’attività sportiva e, in particolare, nella prestazione. Un atleta più consapevole delle proprie modalità di risposta allo stress sarà, infatti, anche un atleta maggiormente in grado di modulare queste ultime al fine di ottenere una peak performance.
Una seduta di un atleta con il biofeedback consta generalmente di due momenti:
- Nel primo viene stilato un profilo psicologico dell’atleta definito.
Dapprima il soggetto si rilassa e si effettua la misurazione dei diversi parametri a riposo, in seguito il soggetto viene esposto, mediante una simulazione immaginata, ad una situazione stressante per rilevare le risposte fisiologiche a queste situazioni.
- Successivamente, in base alle caratteristiche del singolo atleta vengono scelti e applicati dallo psicologo dello sport determinati protocolli di training di biofeedback per allenarsi ad apprendere risposte emotive più funzionali, incrementando il tono vagale e permettendo, quindi, una maggiore armonizzazione del sistema di attivazione e disattivazione neurovegetativo.
Durante questa seconda fase il soggetto può monitorare le alterazioni delle sue risposte e imparare a rispondere in maniera consapevole e autonoma. Allo stesso tempo può apportare anche modificazioni cognitive, emotive e comportamentali che spesso accompagnano e rinforzano i cambiamenti fisiologici.
Dagli studi (1) di Jack Sandweiss e di Steven Wolf esposti in “Biofeedback and sport science” è stato dimostrato come l’utilizzo di questo strumento con gli atleti comporti effetti positivi per quanto concerne:
- L’autoregolazione dell’attivazione (arousal)
- La riduzione dell’ansia da prestazione, del dolore e della fatica
- L’incremento della forza muscolare
- La regolazione del ritmo cardiaco
- La gestione dello stress
- L’ottimizzazione della prestazione.
Un’ulteriore applicazione del Biofeedback riguarda l’ambito riabilitativo. Questa tecnica, infatti, consente all’atleta infortunato di riacquisire il controllo sulla sua forza muscolare e monitorare consapevolmente il ritorno all’attività.
A tal proposito, il Biofeedback può intervenire sui fattori psicologici che caratterizzano il recupero, ovvero sia sulla paura del rischio di un nuovo infortunio durante la gara, sia sulla prevenzione attiva dell’ansia da prestazione che potrebbe caratterizzare il ritorno in campo. Offrire, dunque, la possibilità all’atleta di apprendere a gestire il rilassamento o la contrazione muscolare in fase riabilitativa e i suoi stati emotivi, equivale ad ottimizzare un recupero che tenga conto oltre che della salute psicologica oltre che della forma fisica.
Bibliografia:
- Sandweiss J. H. e Wolf S. L. (1985): Biofeedback and sport science-New York: Plenum.
A cura del Dott. Matteo Peccolo.
Dott. Bargnani Alessandro, CEO Psicologi dello Sport Italia