“…le ‘Scuole di Calcio’ potranno essere riconosciute ufficialmente come “Scuola Calcio Élite”, qualora rispondano ai seguenti ulteriori requisiti e realizzino almeno un progetto a scelta tra i seguenti (riservandosi ovviamente di valutare il progetto presentato e le sue finalità)”. Fra i requisiti a scelta, quindi non obbligatorio, potranno sviluppare “un progetto formativo continuativo nel corso della stagione sportiva, realizzato attraverso la collaborazione con uno “Psicologo dello Sport” di provata esperienza con specifica qualifica ed iscritto al relativo all’albo professionale, quale esperto dello sviluppo delle relazioni umane”. (dal Comunicato ufficiale n.2)
A questo dato si aggiunge che il Settore Giovanile Scolastico della FIGC non ha più uno psicologo nelle commissioni e tanto meno uno psicologo fra i suoi collaboratori.
Mentre il mondo dello sport, compreso quello del calcio all’estero, comprende per l’attività giovanile la figura professionale dello psicologo dello sport poiché se ne riconosce l’utilità nella formazione dei giovani, nella collaborazione con gli allenatori e nella gestione dei rapporti con i genitori, i dirigenti italiani prendono scelte opposte dettate dall’unico criterio di non cambiare nulla per mantenere il calcio in una condizione d’immobilità.