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Genitori e sport
- 22 luglio 2024
- Posted by: annaventurini97@gmail.com
- Categoria: Articoli
LA GENITORIALITÀ NELLO SPORT DI ÉLITE
Negli ultimi anni, il coinvolgimento dei genitori negli sport dei/le loro figli/e è cresciuto significativamente. Questo fenomeno ha attirato l’attenzione pubblica poiché i media hanno spesso riportato sia episodi di comportamenti inappropriati da parte dei genitori durante le partite e gli allenamenti dei/le loro figli/e, che, in altri casi, episodi di come un buon supporto genitoriale abbia facilitato la strada verso il successo dei/le loro figli/e nello sport.
Numerosi studi hanno mostrato che il coinvolgimento dei genitori può avere effetti benefici sulla partecipazione sportiva dei/le figli/e, specialmente a livelli di élite. Ad esempio, genitori che partecipano attivamente allo sport, sia a livello ricreativo che competitivo, spesso trasmettono ai/le figli/e non solo passione, ma anche competenze tecniche e tattiche importanti. Questi genitori, spesso, hanno raggiunto essi stessi livelli elevati di competizione, per cui riescono ad influenzare positivamente il percorso sportivo dei/le figli/e. Uno studio condotto su 229 atleti/e ha rivelato che i genitori di atleti/e d’élite riportavano una maggiore partecipazione sportiva, sia a livello ricreativo che competitivo, rispetto ai genitori di atleti/e non élite. Inoltre, la partecipazione dei padri nello sport e il loro livello di abilità erano significativamente correlati con il livello di abilità raggiunto dagli/le atleti/e figli/e.
Tuttavia, il coinvolgimento dei genitori non è sempre positivo. Un coinvolgimento insufficiente può privare i/le giovani atleti/e del supporto emotivo e finanziario necessario per competere efficacemente, mentre un coinvolgimento eccessivo può portare a sovraccarico, stress e perdita di autonomia. In particolare, genitori con un forte expertise nello sport possono creare aspettative irrealistiche, causando ansia e frustrazione nei figli. La ricerca ha dimostrato che un coinvolgimento eccessivo dei genitori è associato all’aumento dell’ansia, dello stress e della depressione negli/e atleti/e adolescenti.
Inoltre, i commenti negativi dei genitori durante le competizioni possono avere effetti deleteri sullo sviluppo dei/e giovani atleti/e. Circa il 15% dei commenti fatti dai genitori durante le competizioni sportive giovanili sono negativi, con percentuali che arrivano fino al 40% in sport come il tennis e l’hockey. Questi commenti non solo possono intossicare la qualità della relazione genitore-figlio/a, ma anche compromettere l’autostima e l’identità dei/le giovani atleti/e, fondamentali per uno sviluppo positivo. Il comportamento eccessivo e fanatico di alcuni genitori durante le competizioni può essere imbarazzante per i/le figli/e, distrarli/e e irritarli/e.
La comunicazione non verbale dei genitori è un altro aspetto cruciale. Gli/Le atleti/e adolescenti sono particolarmente sensibili alle espressioni facciali e al linguaggio del corpo dei genitori durante le competizioni. Incoerenze tra i messaggi verbali e non verbali possono generare confusione e frustrazione. Inoltre, i genitori che forniscono consigli tattici e tecnici prima, durante e dopo le competizioni possono aumentare l’ansia dell’atleta, sovraccaricandolo/a di informazioni contrastanti rispetto a quelle fornite dagli/le allenatori/trici. Questo è tanto più probabile quanto più il genitore ha esperienza o ha un passato da atleta d’élite.
Per mitigare gli effetti negativi del coinvolgimento genitoriale, è fondamentale sviluppare programmi educativi che aiutino i genitori a comprendere meglio le implicazioni dei loro comportamenti. Gli studi suggeriscono che è essenziale considerare e discutere le opinioni dei genitori, ma anche ascoltare le voci e le esperienze dell’atleta per comprendere interamente l’impatto delle interazioni genitore-figlio/a nello sport. Infatti, i/le giovani spesso percepiscono i commenti e i comportamenti dei genitori in modo diverso rispetto a come i genitori intendono comunicarli. Questo disallineamento può causare tensioni e malintesi.
Per manifestare una buona genitorialità nei confronti del/la figlio/a-atleta, il genitore potrebbe offrire supporto emotivo, ascoltandolo/a e incoraggiandolo/a; fornire sostegno pratico; essere un buon esempio, mostrando di seguire dei principi positivi; facilitare lo sviluppo sociale e personale promuovendo rispetto, autonomia e controllo delle emozioni nel/la figlio/a. Questo approccio equilibrato supporta sia il successo sportivo che lo sviluppo personale dell’atleta.
Il ruolo dei genitori nello sport giovanile è complesso, è evidente come i genitori possano svolgere un ruolo importante nel facilitare lo sviluppo sociale e personale dei/le loro figli/e, ma quelli che manifestano o accettano comportamenti disfunzionali possono fungere da modelli negativi.
Educare i genitori sui comportamenti appropriati e sulle implicazioni del loro coinvolgimento può migliorare significativamente l’esperienza sportiva e lo sviluppo positivo dei/le giovani atleti/e.
Per quanto riguarda gli/le psicologi/e dello sport, è fondamentale sviluppare programmi educativi che migliorino il comportamento dei genitori. La sfida cruciale è affrontare e rivedere i presupposti su ciò che è ritenuto accettabile e appropriato nel comportamento dei genitori, analizzando tutti quei fattori negativi che influenzano tale comportamento e che non vengono riconosciuti come problematici.
Il coinvolgimento dei genitori nello sport giovanile è, quindi, una questione delicata che richiede attenzione e un intervento mirato. Con una maggiore consapevolezza ed educazione, i genitori possono diventare una risorsa preziosa per il successo e lo sviluppo positivo dei/le loro figli/e nello sport. Gli/Le psicologi/e dello sport, attraverso la ricerca e la pratica, possono guidare questo processo, promuovendo un ambiente sportivo sano e favorevole alla crescita dei/le giovani atleti/e.
A cura della Dott.ssa Elisa Farris
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
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