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Lo sviluppo a lungo termine dell’atleta
- 3 giugno 2024
- Posted by: Giorgia
- Categoria: Articoli Uncategorized
Lo sviluppo a lungo termine dell’atleta
Il programma di sviluppo a lungo termine dell’atleta mira principalmente a far acquisire ai giovani una serie di abilità motorie e competenze mentali attraverso attività che promuovano un “senso di riuscita”. Questo approccio incoraggia la diversificazione precoce, evidenziata dalla letteratura come vantaggiosa rispetto alla specializzazione precoce, supportando uno sviluppo giovanile positivo attraverso lo sport. Promuovere la diversificazione aumenta la probabilità che i giovani continuino a svolgere attività fisica per tutta la vita, migliorando la qualità della vita e il mantenimento di uno stile di vita sano anche nell’età adulta. Il programma è personalizzato e si concentra sulla maturazione biologica piuttosto che sull’età anagrafica.
Le Fasi del Programma:
- Divertirsi Muovendosi (0-9 anni)
Nei primi anni, dai 0 ai 6 anni, l’obiettivo è che i bambini imparino i movimenti di base attraverso il gioco. Non si tratta di pratica sportiva strutturata, ma di attività ludiche che aiutano a sviluppare le abilità motorie fondamentali. Dai 6 ai 9 anni, si continua con l’acquisizione delle abilità motorie di base, sempre attraverso il gioco e il divertimento. In questa fase, è importante che i bambini partecipino regolarmente ad attività fisiche per sviluppare non solo le abilità motorie, ma anche quelle mentali, cognitive ed emozionali.
- Imparare ad Allenarsi (9-12 anni)
In questa fase, che va dai 9 ai 12 anni, si inizia a identificare i talenti. Tuttavia, non si parla ancora di un allenamento strutturato con carichi, ma piuttosto di lavorare su abilità come la coordinazione, l’equilibrio, il controllo motorio e la velocità.
- Allenarsi ad Allenarsi (12-14 anni)
Dai 12 ai 14 anni inizia la selezione dei talenti. I giovani atleti iniziano a rafforzare le abilità specifiche del loro sport. In questa fase, si insegna loro come allenarsi correttamente, includendo anche l’allenamento di abilità psicologiche di base.
- Imparare a Competere (14-18 anni)
Tra i 14 e i 18 anni, gli atleti iniziano a gareggiare in modo più consistente. Si lavora sulla specializzazione sportiva e si dà molta importanza alla preparazione mentale per la competizione. È fondamentale insegnare loro a regolare le emozioni e l’attivazione fisiologica per prepararsi alle gare.
- Imparare a Vincere (oltre 18 anni)
Superati i 18 anni, l’obiettivo è mantenere e potenziare le abilità fisiche e mentali specifiche per lo sport. Si lavora molto sulla gestione delle emozioni e sulla self-efficacy, utilizzando tecniche come il mental-imagery e il motor-imagery.
- Sportivi per Tutta la Vita
In questa fase, l’attività sportiva viene vista come una pratica per tutti, non necessariamente competitiva. Si promuove un’attività fisica regolare e ricreativa, consigliando 60 minuti di attività moderata al giorno per i giovani e 30 minuti di attività intensa per gli adulti. L’obiettivo è che le persone continuino a fare sport per tutta la vita, migliorando la loro salute e benessere generale.
Che ruolo hanno gli psicologi?
Nel programma di sviluppo a lungo termine dell’atleta, gli psicologi svolgono un ruolo fondamentale in tutte le fasi del percorso. Essi supportano lo sviluppo mentale ed emotivo dei giovani atleti, aiutando a mantenere alta la motivazione, incoraggiando una partecipazione positiva e divertente allo sport e utilizzando strumenti per identificare i talenti emergenti, offrendo supporto emotivo durante il processo di selezione. Gli psicologi possono lavorare anche sulla costruzione della resilienza mentale, fondamentale per affrontare le sfide. Nei livelli più avanzati, si concentrano sulla gestione delle emozioni e sull’aumento della fiducia in sé stessi, utilizzando tecniche avanzate come il mental-imagery per migliorare le performance degli atleti.
Infine, promuovono un approccio positivo e ricreativo allo sport, incoraggiando l’attività fisica regolare per migliorare la salute e il benessere generale. Inoltre, supportano gli atleti nella transizione dalla competizione intensa a una partecipazione sportiva non competitiva che avviene nella fase finale della carriera agonistica.
Quali sono i rischi di non rispettare i tempi biologici?
Non rispettare i tempi biologici dello sviluppo può comportare diversi rischi: un’enfasi eccessiva sull’agonismo e sui risultati può portare a una specializzazione sportiva precoce, che può essere dannosa per lo sviluppo complessivo dei giovani atleti. Questo può creare una sproporzione tra le aspettative, il livello di allenamento e l’età biologica e mentale degli atleti, causando un disallineamento tra ciò che si richiede e ciò che è biologicamente appropriato. Inoltre, la perdita della componente ludica dello sport può ridurre il divertimento e la motivazione dei giovani a partecipare. Questi fattori possono aumentare il rischio di burnout, una condizione che comporta un ridotto senso di realizzazione personale, la svalutazione dell’ambiente sportivo e l’esaurimento psicofisico ed emozionale.
A cura della dott.ssa Flavia Paoletti
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
Bibliografia:
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Goodger, K., Gorely, T., Lavallee, D., & Harwood, C. (2007). Burnout in sport: A systematic review. The sport psychologist, 21(2), 127-151.